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Anche il Pakistan tenderà alla normalizzazione?

 

Quando giungono voci dalla zona occupata della Palestina su un paese che potrebbe normalizzare con Israele, prima o poi questo accade, come avrete potuto leggere sul DailyMuslim(miei articoli) per alcuni stati arabi, come il Marocco, nonostante le altisonanti smentite dei suoi politici più rappresentativi.

Smentite che poi si sono trasformate prima in condizioni poste dai paesi arabi e alla fine in accettazione della normalizzazione secondo il volere di chi cerca di imporre quest'atto.

Paesi arabi che pensano di poter mettere condizioni a quell'entità che oggi si fa chiamare nazione, che occupa l'intera Palestina da più di 70 anni, che non si è mai preso la responsabilità delle sanzioni poste dalle Nazioni Unite e figuriamoci se possa tener conto delle condizioni che questi Paesi vorrebbero metterle.


Cosi accadrà per il Pakistan, nonostante il primo ministro Khan abbia fortemente negato e continua a proclamare vicinanza ai palestinesi, che sono, purtroppo, gli unici a uscirne malconci da tutto questo cambiamento voluto da chi certo non ha cuore la pace e i diritti nel mondo di tutti i popoli ma solo l'interesse personale.

Non dimentichiamo che Israele è sostenuta dalla ormai decadente democrazia d'oltre oceano, forse non per molto, e questo le ha permesso di fare il bello e il cattivo tempo, fregandosene delle direttive delle Nazioni Unite.

E il colosso decadente e corrotto stelle e strisce sta battendo gli ultimi colpi prima de capitolare e cerca di sistemare in maniera definitiva i suoi "figli" che potranno un domani, accogliere quelle lobby che hanno permesso tutto questo. E assolutamente serve che tutti quei Paesi, che possano avere un peso nel panorama mondiale, vuoi per questioni economiche, vuoi per questioni religiose, vuoi per questioni strategiche e vuoi per questioni di mano d'opera, debbano essere favorevoli e amici a questo nuovo sistema mondiale politico che si vuol far nascere.

E il Pakistan, come l'India che hanno un immensa mano d'opera, possono mancare da tutto questo? L'India si è allineata da anni oramai e manca il Pakistan, anche se all'interno vi sono nette forze contrarie. E il primo ministro per evitare l'insurrezione è costretto a negare, ma se poi si scende in profondità, si nota le voci che provengono dai media israeliani, Israel Hayom, sussurrano che un paese musulmano tra i più popolosi al mondo sta per avvicinarsi alla normalizzazione.

Si potrebbe pensare all'Indonesia? Non ci sarebbero vantaggi per ciò detto in precedenza, e poi l'Indonesia non è stata messa alle strette da Emirati e Saudia che hanno non convalidato i permessi ai lavoratori pakistani e vogliono indietro i prestiti versati al gigantesco Paese asiatico.

E tra l'altro l'Indonesia non ha un certo Noor Dahri, inventore di un famoso think thank "ICTC" e autoproclamato "sionista musulmano" (e bene si esistono, purtroppo anche questi), twitta una serie di post che affermano troppo puntualmente una serie di notizie: "Stretto collaboratore di Imran Khan ha viaggiato da Islamabad a Tel Aviv passando per Londra", e poi: "E' stato accolto calorosamente dai funzionari israeliani, ed espresso il desiderio del Pakistan di legami più stretti con Israele".

Dahri continua: "Tuttavia, la costruzione delle relazioni dovrebbe essere morbida e lenta, a causa dell'opposizione della popolazione pakistana". Direi che ho il sionista musulmano ha inventato tutto, oppure un fondo di verità essite, ponendo le due prove in fila il giornale israeliano e i twitt di Dahri.

Ma la terza fa riflettere: Shama Junejo, una scienziata politica dell'Università di Leicester nel Regno Unito, che scrive per il quotidiano pakistano Daily Khabrain dice tramite Twitter che mentre fonti militari pakistane negavano le parole di Dahri, lei ha controllato altre fonti che confermano che un alto consigliere del governo pakistano si era recato in Israele il 20 novembre del 2020.

Ora le prove sono tre, e nei confronti degli atri Paesi, non vi è stato un cosi nega e afferma, dire e non dire su quello che potrebbe accadere da qui a qualche mese.

Di certo ci sono le dichiarazioni di Khan: "Perché qualcuno dovrebbe andare dal Pakistan in Israele, quando la nostra politica non lo riconosce come stato?" Continua: "Che cosa farebbe lì un nostro ministro? Il Pakistan è una società democratica e tutta la nostra nazione è con i palestinesi".

D'altro canto il Pakistan potrebbe appoggiarsi alla Cina per non essere escluso dallo scacchiere mondiale, come stanno facendo altri Paesi, vedi la Turchia. Ma la Cina è già entrata in Pakistan e si sta diffondendo a macchia d'olio sfruttando tutto quello che può fargli utile. E come sappiamo, quando il dragone si insinua, non lascia molto spazio di scelta e autonomia al mal capitato.

Non resta che attendere gli eventi e vedremo come agirà il Pakistan, come è successo ad altri, da un minino di dieci giorni allo scoperta delle trattative, per il Bahrein, ad un massimo di tre mesi, per il Marocco.

Accettiamo scommesse, anche se i musulmani non devono assolutamente farlo?

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