Oltre alla teoria biblica, vi sono state nel tempo varie disquisizioni
sulla provenienza delle popolazioni di origine semitica, ossia di genti che
parlavano una lingua di origine semitica.
Una di essa riteneva che provenissero dall'Africa in base
della parentela con le lingue camitiche. Un'altra dava la provenienza
unicamente dalla Palestina. Studi recenti hanno stabilito che esse provengono
da un range territoriale molto più vasto, che va dalla Siria alle terre tra il
Tigri e l'Eufrate.
Queste popolazioni, gli Amorrei, alla fine del secondo millennio
si stabilirono permanentemente nella penisola araba. Esse erano seminomadi e si
fusero con le popolazioni della Siria, Palestina e Mesopotamia. Da questa
fusione sulle coste Mediterranee, si formarono i popoli dei Fenici, susseguito
poi, da quello Israelita, Moabitico, Edomita e Ammonita.
Tutte queste popolazioni fondarono numerosi stati, spesso
limitati a singole città e al territorio circostante, che durarono sino a
quando non furono conquistati degli Assiro-Babilonesi, intorno al settimo,
secolo avanti Cristo.
Tra esse rimase in vita più a lungo Cartagine, colonia
fenicia sulle sponde del nord’Africa.
Nella penisola araba, invece, si hanno notizie di stati
nati nella sua parte meridionale: i Minei, i Qataban, e gli Hadramut, i quali
furono unificati dai Sabei sino al terzo secolo dopo cristo, conquistato a sua
volta dagli Etiopi.
In seguito si suddivisero in vari stati sotto influenza
bizantina o sassanide, tra cui il regno dei Nabatei, con capitale Petra, o
quello di Palmira.
Questo frazionamento dei popoli parlanti lingue
semitiche, terminò con l'avvento dell'Islam: Muhammad li riunificò tutti,
dall'Africa settentrionale alla Mesopotamia sotto l'impero musulmano.
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